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Dark Kitchen, le cucine chiuse presto in Italia

Avete mai sentito parlare delle dark kitchen?

Esse rappresentano una nuova frontiera del mondo food.

Infatti, sono delle vere e proprie cucine chiuse, dei ristoranti virtuali che si basano solo ed esclusivamente sulla spedizione a domicilio di pasti pronti.

Dark Kitchen cosa sono

Andando nello specifico, le dark kitchen sono un’innovazione che si interpone tra i servizi a domicilio e i clienti.

Al giorno d’oggi ne conosciamo tantissimi, come ad esempio Glovo, Deliveroo, JustEat, Uber Eats e via dicendo.

Come ben sapete, essi effettuano delle convenzioni con i comuni ristoranti, garantendo spedizioni di cibo rapide e tracciabili.

Nel corso degli ultimi anni, esse hanno registrato un boom di incassi, specialmente da parte delle nuove generazioni, che utilizzano quotidianamente smartphones e app.

Ovviamente, la tecnologia non si ferma mai e proprio per tale motivo si sta pensando di puntare sulle dark kitchen, così da poter offrire un servizio ancor più efficiente.

Dark Kitchen come funzionano

Come vi abbiamo detto poco fa, le dark kitchen prenderanno piede sempre di più nel mondo della ristorazione.

Di conseguenza, gestiranno “in prima persona” le varie consegne a domicilio, ovviamente affidandosi ai fattorini, noti comunemente con il termine inglese riders.

Pertanto, si prevede una vera e propria eccellenza dal punto di vista operativo e di gestione dei prodotti, dando vita a un giro d’affari che segnerà la storia.

A parlare di questo aspetto ci ha pensato Stephane Ficaja, ossia il direttore generale di Uber Eats:

“Il food delivery online sta crescendo più velocemente del resto del mercato e le dark kitchen permettono di ridurre gli investimenti diretti, garantiscono l’eccellenza a livello operativo e una maggiore agilità nella gestione del prodotto.

Pertanto, il miglioramento della loro efficienza le renderà parte attiva del futuro dell’industria della ristorazione”. 

Secondo lui, tra cinque anni l’Europa potrebbe avere più di 5000 dark kitchen. Tramite questo sistema innovativo, si lanceranno i cosiddetti ristoranti virtuali. Ecco cosa ha detto:

“Una delle principali aree su cui ci stiamo concentrando è quella di trovare soluzioni per aiutare ristoranti di ogni dimensione a trasformare i dati in nuovi modelli di business, identificando per esempio aree in cui la domanda per una particolare cucina è molto elevata ma non soddisfatta da un’offerta limitata, aprendo quindi alla possibilità di lanciare un nuovo ristorante virtuale per colmare questo gap”.

Dark Kitchen strategia

Andando nello specifico, possiamo ben intuire che le dark kitchen si ispireranno al modello Amazon.

Ciò significa che potrà acquistare il cibo che più ci piace presso alcuni venditori (in questo caso appunto le dark kitchen) e si riceve il tutto in maniera rapida e comoda.

Di conseguenza, non ci sarà modo di contattare telefonicamente la struttura di riferimento ma si gestisce tutto tramite delle app semplici ed ottimizzate anche per chi possiede meno dimestichezza con la tecnologia.

A tal proposito, l’esperto Peter Backman ha dichiarato:

“Glovo, JustEat, Deliveroo, Uber Eat e gli altri hanno costruito negli ultimi due anni un marchio forte e allo stesso livello di ristoranti affermati. I clienti vogliono il cibo a domicilio perché sono stati educati dal modello di Amazon che consegna a casa in pochissimo tempo i prodotti ordinati online”.

Dark Kitchen pro e contro

I fattori positivi delle dark kitchen sono innumerevoli.

Così facendo, si potrà risparmiare in alcuni settori, come ad esempio le pulizie, gli affitti dei locali, le attrezzature e via dicendo. A formulare tale teoria le teoria ci ha pensato proprio il manager di Deliveroo Ajay Lkahwani:

“Le cucine dedicate esclusivamente alle consegne a domicilio possono aiutare significativamente i ristoranti a far crescere il proprio business fornendo una piattaforma di espansione a bassissimo rischio, che azzera i costi di affitto dei locali e delle attrezzature e altre spese operative come le utenze, i costi d’esercizio, le pulizie”. 

Allo stesso tempo però, potrebbe diminuire la mole di personale, riguardante il settore ristorazione (ad esempio a livello di camerieri).

Inoltre, la gente si aspetta un cambiamento radicale, che punti quasi alla perfezione in termini di efficienza. E sembrerebbe proprio che le dark kitchen ci stiano ancora lavorando su.

Insomma, non ci resta che attendere per scoprire come cambierà il settore food.

linda

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