Natale Russo “in ritardo”, tra innovazione e tradizione: la ricetta del Sočivo

“Ogni paese ha le sue tradizioni” sembra essere l’aforisma più azzeccato di sempre. E se esistono modi di vestire, di agire e di comportarsi, esistono anche modi di mangiare. Le feste sono da sempre le occasioni in cui ogni famiglia ha la possibilità di reinventarsi, non solo dal punto di vista religioso o civile che sia, ma anche da quello culinario. In Italia, per Natale, ci si ciba di lasagne, lenticchie, panettoni, pandori e torroni. Un ruolo chiave nella tradizione del Natale italiano cattolico, inoltre, è rappresentato dal pesce. Oltre a squisiti dolci tipici, molte famiglie servono, infatti, ricette a base di pesce per giorno di Natale e, soprattutto, per la Vigilia. Ovviamente, ogni regione ha le sue sfaccettature culinarie: in Sicilia non può mancare la pasta con le sarde; in Calabria pesce spada con la ghiotta, in Sardegna culurgiones de casu, ossia i ravioli ripieni di bietola e pecorino; in Campania struffoli e raffioli tra i dolci; in Puglia raschiatelli e cartellate al miele; in Molise la zuppa di cardi; in Basilicata baccalà lesso; in Toscana ricciarelli e panforte; nelle Marche maccheroni allo stoccafisso. E mentre, dunque, in Italia e in altri Paesi europei come Spagna e Francia, il menù natalizio ruota principalmente attorno al pesce, in Russia questa festa religiosa si onora rigorosamente col Socivo, piatto povero legato al mondo contadino.

Il socivo è un piatto tipico russo che si consuma specialmente durante la vigilia che, mentre per la tradizione laica si festeggia il 24 Dicembre, per quella ortodossa cade il 6 Gennaio, nelle ore che anticipano lo scoccare della mezzanotte, in quanto per tutto il giorno si è rispettata la tradizione del digiuno. Sulla tavola ortodossa, inoltre, si servono altri dodici piatti, in rappresentanza del numero degli apostoli, e spicchi d’aglio in tutti gli angoli per cacciare le presenze maligne. La ricetta, almeno all’apparenza, potrebbe non risultare così invitante, ma spesso l’apparenza inganna e, infatti, questo è da sempre un piatto molto apprezzato. Come prepararlo?

La ricetta è molto semplice da emulare e richiede l’acquisto di grano, semi di papavero, gherigli di noci, miele e zucchero. Non solo un piatto squisito, ma anche molto economico e veloce.

Per cucinarlo, occorrono:

100 grammi di semi di papavero;
1 bicchiere di grano;
100 grammi di gherigli di noci;
2-3 cucchiai di miele;
zucchero q.b;

Per prima cosa si dispone il grano nel mortaio e lo si lavora accuratamente ed a lungo con il pestello, aggiungendo l’acqua riscaldata in un pentolino, fino a quando i chicchi non saranno sufficientemente separati. Una volta terminata la procedura, si dovrà cucinare il composto, mescolando ed aggiungendo ad esso zucchero e miele. Lo zucchero de il miele possono essere tra loro facilmente intercambiati, a piacimento o nel rispetto dei propri gusti. Nel frattempo, si dovranno battere i semi di papavero e dopo averli lavati bene, aggiungerli al composto, terminando con l’aggiunta di altro miele e, una volta scesa la pappa dal fuoco, delle noci. Il piatto è pronto per essere servito in tavola e gustato assieme alla famiglia. Sfizioso, no?

piattifacili.com

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