Intolleranza Alimentare cosa causa e sintomi

Intolleranza alimentare può causare artrite reumatoide

Molto recentemente una serie di articoli ha riconfermato che una intolleranza alimentare possa causare o mantenere fenomeni infiammatori dolorosi come quelli tipici della artrite reumatoide.
Significa che mangiando cibi verso cui esiste una intolleranza, si può causare una reazione infiammatoria durevole in alcuni settori dell’organismo.

Abbiamo volutamente fatto un esempio che coinvolge articolazioni e muscoli perché di fatto si tratta delle strutture tra le più utilizzate dall’atleta, e spesso sofferenti per cattivo funzionamento.
Al congresso mondiale di allergologia di Vancouver (2003) insieme alla collega Giovanna Perrone e al professor Benvenuto Cestaro abbiamo presentato un lavoro che evidenziava la riduzione di infiammazione, la riduzione di stress ossidativo, e il miglioramento della sensibilità insulinica in pazienti che avevano effettuato una dieta di controllo delle intolleranze alimentari personalizzata secondo gli esiti del test DRIA.
Ridurre l’infiammazione significa evitare il trattenimento di liquidi a livello muscolare, e significa avere
a disposizione citochine “buone”, riducendo quindi la presenza delle citochine “cattive” (alcune prostaglandine ad esempio), che interferiscono con la utilizzazione dell’energia e alterano profondamente il bilancio ossidativo dell’organismo.

Avere a disposizione citochine “buone” significa fare molta meno fatica per ottenere un qualsiasi obiettivo connesso con lo sforzo fisico.

Allergie alimentari

Alcune proteine contenute nei cibi che fanno parte della nostra alimentazione abituale, o anche consumati solo occasionalmente, possono provocare, in soggetti predisposti, una reazione allergica.

La reazione si scatena entro pochi minuti (da 2-3′ ad un massimo di 30-120′) dall’assunzione di uno o più alimenti ed è provocata da una anomalia del meccanismo di difesa del sistema immunitario.
In un numero limitato di soggetti le reazioni possono essere tanto gravi da mettere a rischio di vita.
Le allergie alimentari sono più frequenti nei primi anni di vita, e gli alimenti maggiormente responsabili sono latte ed uovo; esse interessano fino all’8% dei bambini.

Fortunatamente, la maggior parte di questi bambini (80%) crescendo diventa tollerante verso tali alimenti.
Spesso i bambini con allergia alimentare nei primi anni di vita sviluppano, con la crescita, allergia respiratoria come rinite o asma bronchiale: vanno quindi seguiti nel tempo.
Negli adulti la prevalenza di allergia alimentare è circa del 2-3 %.
Nei soggetti allergici a pollini, acari della polvere, lattice sono frequenti sensibilizzazioni secondarie ad alimenti, con sintomi clinici in genere più lievi.

Alimentazione Sana

La base di una buona salute, è seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, e questo ormai lo sanno tutti. Per questo ci preouccupa sempre, cosa, come, e quanto mangiare. Per mangiare bene e stare in forma, è importante conoscere la natura degli alimenti, le loro proprietà, quali cibi si completano e quali
sarebbe bene non mischiare.
Sull’alimentazione si potrebbero scrivere pagine e pagine, ma intanto è fondamentale conoscere 4 indicazioni basilari che riguardano 4 alimenti importanti che non devono mai mancare nella nostra dieta:

OLIO: con i suoi acidi grassi, è un’alimento necessario per una corretta alimentazione; assumetelo crudo e di prima spremitura. Perchè crudo? Perchè con la cottura a temperature elevate, gli oli degenerano in sostanze tossiche per il fegato.
SALE: il sale marino integrale dovreste preferirlo a quello raffinato, perchè contiene potassio in percentuale maggiore rispetto al sale comune.
LATTE: è ricco di calcio, è un’alimento diffusissimo che non deve essere consumato solo dai bambini, ma soprattutto dagli adulti. Chi soffre di intolleranza ai latticini, può ricorrere al latte di origine vegetale (di soia, di mandorle, di riso, di avena, eccetera).
FARINA: quelle bianche o raffinate sono meno sane, poichè prive di fibre del germe. Quelle integrali, invece, sono un alimento più completo.
Vi insegno a preparare un brodo che se assunto in modo regolare, prima dei pasti, depura il corpo, preparandolo ad assumere poi gli altri alimenti. Si tratta di un particolare brodo depurativo, ecco gli ingredienti:

– 7 spicchi d’aglio
– 1 grossa carota
– 1 costola di sedano verde
– 1 limone
– un pizzico di cumino
Procedimento: pelate aglio e cipolla. Tagliate a pezzetti tutti gli ingredienti e gettateli in mezzo litro di acqua bollente, tranne il cumino. Alla fine, aggiungete il cumino e levate dal fuoco. Lasciate riposare il brodo per una notte, al fresco. Prendete un bicchierino di brodo, tiepido o caldo, mezz’ora prima di ogni pasto.

Gonfiore addominale

Il gonfiore addominale è uno dei sintomi riconducibili all’intolleranza al glutine, infatti, è stato ormai appurato il legame tra la celiachia e la colite, disturbo che in alcuni casi può manifestarsi con il semplice gonfiore. In una buona parte di pazienti celiaci tale condizione si risolve con l’eliminazione del glutine dalla dieta, ma è possibile che si verifichi anche l’effetto opposto: la dieta aglutinata può accentuare il gonfiore a causa della stipsi dovuta al nuovo regime alimentare.
Per questo motivo i medici consigliano l’assunzione di fermenti lattici anche per un mese continuativo, per poi passare a cicli di alcuni giorni al mese.

Va da sé che tale gonfiore può essere anche la conseguenza di alcuni “strappi” alla dieta e all’assunzione involontaria di glutine, pertanto, la terapia con i fermenti lattici deve essere associata a uno strettissimo rispetto delle regole alimentari imposte dall’intolleranza.
Al di là della celiachia, il gonfiore addominale può essere causato anche da alti livelli di stress. Il glutine non è l’unico responsabile. Se siete affetti da questo problema, parlatene con il vostro medico.

Intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio è una delle intolleranze più comuni e si verifica quando l’apparato digerente non è in grado di digerire il lattosio, il principale zucchero del latte. Ciò avviene per la mancanza di un enzima, la lattasi.

I neonati producono questo enzima e quindi sono in grado di digerire il latte, compreso quello materno.
L’intolleranza al lattosio può presentarsi in periodi diversi della vita: dopo i tre anni in alcuni casi, dopo i cinque in altri, ma ci sono anche molti adulti che diventano intolleranti al lattosio dopo i 30 anni.

Se il lattosio non viene correttamente digerito, si possono verificare i seguenti sintomi: crampi e gonfiore addominale; flatulenza; diarrea; feci con cattivo odore.

I sintomi compaiono solitamente da 30 minuti fino a 2 ore dopo l’assunzione di lattosio.
Questi sintomi tendono a scomparire man mano che si elimina o riduce il consumo di latte e derivati: è questa l’unica cura contro l’intolleranza al lattosio.

Il lattosio non sempre deve essere completamente eliminato, perché ogni individuo ha una soglia oltre il quale compare il disturbo, ed è in rapporto a questa che si modifica la propria dieta.
Molte persone, ad esempio, dicono di tollerare lo yogurt perché ha un basso contenuto di lattosio, oppure riescono a bere piccole quantità di latte senza avere effetti collaterali.

piattifacili.com

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